"Quello che la maggior parte di noi non riesce ancora a capire è che è sempre la distanza, mai la velocità, a dover essere acquisita; così come è sempre la velocità, mai la distanza che "uccide".
Si può correre fino a doversi fermare per un miglio o meno, ma si potrebbe anche camminare o trottare per cinquanta volte quella distanza se si avesse il tempo sufficiente per farlo. Tranne che nel caso del puro sprint, la velocità reale non entra affatto in gioco; ogni uomo ha già tutta la velocità di cui ha bisogno, l'unica difficoltà sta nella sua incapacità di mantenerla abbastanza a lungo, o - se preferite, per la distanza gara-specifica.
Se Jack Lovelock corresse un miglio a tempo di record, difficilmente non si riuscirebbe a trovare un uomo in grado di correre più veloce accanto a lui per una questione di trenta o quaranta metri, forse anche oltre; ma la mancanza di un allenamento meticoloso, e delle desiderabili qualità mentali e fisiche coordinate per generare l'azione necessaria, porterebbe rapidamente al suo ritiro - a conferma che la velocità era lì tutto il tempo, ma la sconfitta è giunta solo per l'incapacità (mancanza di stamina) di sostenerla per la distanza."
(Tratto dal libro di Arthur FH Newton, nella prima foto. Nella seconda foto: il Coach Arch Jelley)
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